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Corridonia, il borgo marchigiano con una curiosità incredibile |Marche|

Corridonia è uno dei borghi del maceratese che mi ero riproposta di visitare, nonostante mi fosse stato detto: ”Ma che ci vai a fare, non c’è nulla di bello da vedere!” Devo dire che questa frase ha sempre l’effetto contrario su di me e quindi ha prevalso più di prima la curiosità di andare a scoprirla.  Alla fine posso confermare che ho fatto bene e in questo post vi racconto la particolarità di Corridonia che stupisce e che ha rappresentato per me la vera scoperta di questo paese.  Visita a Corridonia  Corridonia si trova nelle Marche in provincia di Macerata . Il borgo si incontra dopo pochi chilometri, sulla sinistra, quando si percorre la Val di Chienti che da Civitanova Marche va verso i Monti Sibillini. Da lontano si può vedere il suo profilo con il campanile che svetta al centro di una serie di case che si estendono su un’altura.  Dopo aver visitato parecchi borghi nel maceratese che grosso modo si somigliano immaginavo che anche Corridonia avesse il bel centro storico con ch

Viaggiare nel 1980, come sono cambiati i tempi


Donna seduta sul cordolo a Pescara

Come si viaggiava negli anni '90 è stato il tema che le blogger del gruppo facebook Travel blogger italiane hanno condiviso nel mese di febbraio, raccontando ognuna la propria esperienza personale. 

Ho letto tutti i post che mi hanno catapultato indietro di circa trent'anni. Hanno fatto riaffiorare i ricordi finiti nel dimenticatoio e,  come tanti pezzi che si erano staccati, sono  andati a ricomporre il puzzle del come eravamo e mi sono resa conto di come sono cambiati i tempi.

Sorprese, emozioni, sensazioni nostalgiche, sorrisi malinconici dei bei tempi passati. 
Senza contare tutti gli "è vero!!!" che mi sono usciti.

Poi, per caso, mi sono imbattuta nel post di Maria Letizia del blog 7cc9 che parlava degli anni 80 e lì, sbaaamm!
Mi si è aperta di colpo la porta chiusa da un tempo immemorabile di quella casa abbandonata, buia, invasa da ragnatele che è la memoria passata.


Nell'anno 1980, il mio primo viaggio da sola 


Tanti, tantissimi anni sono passati dal quel 1980 quando feci il mio primo viaggio da sola con il mio fidanzato dell'epoca.

Ora, dovete sapere, che i miei genitori, meglio dire mia mamma, non avevano il benché minimo dubbio che io, unica figlia femmina, potessi andare fuori di casa SOLA per tanto tempo.

Quindi, secondo lei, non glielo dovevo nemmeno chiedere. 
Ma, c'è sempre un ma! C'è sempre una soluzione. Conoscevo il suo punto debole e, non mi vergogno a dirlo, ne ho approfittato.

Lei era così orgogliosa che stessi prendendo il diploma di maturità scientifica che quell'anno le strappai la promessa: appena finiti gli esami, pronti, partenza e via.

Donna in treno
Io pensierosa nel rapido delle Ferrovie dello Stato:troverò con chi fare le foto da mostrare?
22 luglio 1980: esami di maturità. 
Partenza il giorno dopo, destinazione Trieste. 
Rientro 4 agosto 1980. 
Ero al settimo cielo,12 giorni di pura libertà.

La scelta di andare a Trieste non fu casuale

Perché negli anni Ottanta non si viaggiava se non avevi un punto d'appoggio per dormire, tra parenti e amici. E a Monfalcone c'era lo zio della mia metà.
Nonostante avessi ventanni non potevo mica dormire in albergo sola con lui! Non sia mai, "cosa devono dire le persone"(diceva mia madre).  
Ecco, quest'ultima frase è stato il tormentone della mia vita in famiglia.

La preparazione della valigia fu velocissima. Ma poi voi ci credereste se vi dicessi che non avevo una valigia? A che mi serviva una valigia se non potevo viaggiare. 

Per cui me la prestarono e ricordo benissimo che era simile ad un borsone. Però, avevo il beautycase, di quelli rigidi che andavano tanto di moda.

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Il viaggio della speranza, cioè speriamo che incontro qualcuno

Nessuno sapeva che dovevo partire da sola con il mio fidanzato. Avevamo detto che era un viaggio organizzato con gli amici.

Mia mamma:"Mi raccomando quando fai le foto, fai vedere che ci sono anche gli amici, altrimenti che devono dire le persone"
Figuratevi l'imbarazzo di chiedere agli altri se potevamo farci una foto tutti insieme. 

Un lungo viaggio da Taranto a Trieste in treno, un rapido delle Ferrovie dello Stato, ricordo che pagammo il biglietto intorno alle 15.000 lire

Non era concepibile per noi un viaggio in aereo perché nel 1980 poteva costare più di uno stipendio mensile
Oltretutto, a giugno di quell'anno ci fu la tragedia di Ustica e la paura era tanta. 


Immaginatevi che strazio all'epoca fare circa 1000 chilometri, non che oggi sia meno faticoso. Forse è l'unica cosa che è rimasta uguale.
Il treno faceva una lunga sosta a Bologna per lo scambio di vagoni e noi dovevamo proseguire verso Venezia.

Visto che il tragitto era lungo, decidemmo di fare una sosta a Pescara, ospiti del fratello di lui, ovvio. 

Nel 1980 partire era come sparire

Non sorprendetevi per questa frase ma era proprio così. Comunicare non era semplice come oggi. Niente messaggi whatapp, niente selfie per dimostrare che eravamo ancora vivi e tutti interi. 

Una volta a destinazione, per dare segni di vita, dovevamo  procurarci i gettoni che nel 1980 costavano 100 lire (quell'anno il loro costo era raddoppiato) e andare alla ricerca di una cabina telefonica che si poteva trovare in vari punti della città.  

Dicevo niente selfie, solo fotografie scattate con la macchina fotografica (se ce l'avevi) in cui si dovevano mettere i rullini con la pellicola. 
Dovevamo fare molta attenzione ad incastrarlo bene negli ingranaggi e a non far prendere luce, altrimenti le foto ce le potevamo scordare.

Non si poteva scattare a raffica e scegliere le migliori foto come si fa ora con il cellulare. Si portavano a sviluppare dal fotografo e si pagavano (a me sembravano care).
Quindi era tutta un'incognita.


Pellicole di vecchi rullini per macchine fotografiche
Le vecchie pellicole dei rullini per le macchine fotografiche
Per fortuna, il mio accompagnatore fantasma, era appassionato di fotografia. Aveva una Canon forse professionale, comunque molto meglio della nostra macchina fotografica di famiglia, una Ferrania presa con i punti dei detersivi
Non stupitevi, era normale in quel periodo.

Ci volevano tanti punti e mia mamma per averla subito aveva comprato tanto detersivo che poi non sapevamo deve mettere.  

I ricordi più belli non si scordano mai

Un viaggio per me memorabile, Trieste, Gorizia, Venezia, Grado. Ogni giorno una città diversa, chilometri a piedi per girarle e mai stanchi. 

I souvenir erano d'obbligo, così come le cartoline:
"Qui è tutto bello, non vogliamo tornare più. Tanti saluti da..."
Effettivamente non volevamo tornare più. Il 2 agosto era il giorno della partenza. Ci dovevamo fermare a San Benedetto del Tronto e a Fermo per andare a trovare degli amici.... di lui, ovviamente!  
Ma rimandammo di un giorno perché non mi sentivo bene.


.....ma anche quelli brutti non si dimenticano.

Una data da non dimenticare quella del 2 agosto 1980. Ve la ricordate? Ci fu la strage alla stazione di Bologna. Restammo senza parole e sbigottiti per lo scampato pericolo, non sapevamo più chi dovevamo ringraziare. 

E le foto con gli amici? 

Non avevamo uno straccio di foto della  famosa gita organizzata con gli amici da mostrare al ritorno e dovevamo rimediare a San Benedetto. 

Quale posto migliore del mare? Ed ecco le prove, mamma accontentata. 


Foto sulla spiaggia di San Benedetto del Tronto con gli amici
Foto ricordo con gli amici. Nessuno di loro era il mio fidanzato
Da ieri a oggi, 40 anni di cambiamenti

Poi cambiano i tempi, cambia il modo di pensare, il modo di viaggiare, il modo di comunicare.

A vent'anni sognavo posti esotici dopo aver visto il film Laguna Blu e piangevo seguendo le storie di Candy Candy e Remì. 

Ero innamorata di Richard Gere di American gigolò, mi emozionavo con la canzone Quanno chiove di Pino Daniele e Little Jeannie di Elton John. 
Ascoltavo fino allo sfinimento Albachiara di Vasco Rossi

Ho amato tanto quel viaggio. Quanto era bello sparire nel nulla, vivere e assaporare l'ebbrezza della libertà, quella libertà che da allora  ho voluto tenere stretta. 

Nonostante la soddisfazione del diploma e la mia felicità per il viaggio, purtroppo il 1980 è stato un anno tragico difficile. Dopo le due stragi di Ustica e di Bologna, a novembre ci fu il devastante terremoto dell'Irpinia.

Dopotutto, io volevo solo fare un viaggio!



Commenti

  1. Io nel 1980 sono nata, ma fino a tutti gli anni '90 i viaggi non erano poi così diversi da questo che racconti tu e da quelli che facevano i miei genitori da fidanzati negli anni '70. Lo sai che adesso, quando penso che uscivamo di casa e i genitori ci sentivano solo all'arrivo mi sembra fantascienza. Che poi all'estero non era così facile trovare gettoni e telefoni pubblici, e la telefonata arrivava quando e se possibile. Eravamo più liberi, però.

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    1. Si, effettivamente eravamo più liberi. La nostra vita era più semplice e per questo, forse, i nostri genitori era tranquilli. Potevamo sparire interi pomeriggi senza che loro si preoccupassero.

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  2. Ma che bel racconto Maria! E che bella eri! Eri non nel senso che tu non lo sia più... Mi hai fatto ridere in vari, tipo per le frasi fatte delle cartoline e per i punti del detersivo 😂 Che nostalgia (io sono nata nel '78)

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    1. Grazie Roberta. Per me sono stati anni indimenticabili e ricordarli mi fa tenerezza. Certo ora fanno ridere alcune situazioni ma ti assicuro che non era facile la vita al sud per noi donne.

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  3. Belle le sensazioni che trasmetti, sembra che questo viaggio sia avvenuto l'altroieri! Sapere della strage di Bologna dev'essere stato terribile, soprattutto al pensiero che avreste potuto esserci voi in quel momento...

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  4. Ma no, la macchinetta fotografica con i punti del detersivo, fantastica :D che bello questo racconto, mi ha catapultato direttamente in un passato che non ho mai vissuto (sono nata nei primi anni '90), davvero interessante :) mi piacerebbe leggere altri viaggi targati anni '80!

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  5. I miei viaggi anni 80 e 80 sono tutti gite scolastiche, a bordo pullman scomodissimi e navi! Si camminava tanto, questo lo ricordo, ma ho rimosso parecchio, peccato, chissà se mi sono divertita! Il primo aereo l'ho preso con mia madre per andare a Torino, una paura folle, non tanto dell'aereo in sé quanto del caos una volta scese all'aeroporto, non sapevamo dove girarci!

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